Sondaggio elettorale Sicilia novembre 2011 – Demopolis

Se a livello nazionale, il centrosinistra – nella configurazione Vasto – PD-Idv-Sel – otterrebbe la maggioranza relativa, staccando abbastanza nettamente il centrodestra, secondo il barometro politico di Demopolis, se si fosse votato tra il 10 e il 12 novembre 2011 in Sicilia per le Politiche, almeno tre elettori su dieci sarebbero rimasti a casa, scegliendo il partito del non voto. L’astensione penalizzerebbe oggi, in particolar modo, il PdL che si attesterebbe intorno al 25%. Il PD di Bersani invece secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis otterrebbe il consenso del 20% dei siciliani. Crescerebbe, ma di poco l’area di sinistra (Idv al 4,5% e Sel al 4,3%).
Intorno all’8%, il bacino elettorale di Grande Sud di Gianfranco Miccichè.
La Sicilia si conferma una delle regioni più centrista con un peso del Terzo Polo, che fa dell’Isola la sua roccaforte nazionale: l’Mpa di Raffaele Lombardo si attesta al 14%; l’Udc di Casini e D’Alia sfiora in Sicilia il 10%; Fli raggiungerebbe il 4,6% e Alleanza per l’Italia all’1,4%.

Metodologia di ricerca
L’indagine, è stata condotta tra il 10 ed il 12 novembre 2011, dall’Istituto Demòpolis, con metodologie Cati-Cawi su un campione di oltre mille cittadini, rappresentativo dell’universo della popolazione siciliana maggiorenne, stratificato per genere, età, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area di residenza.

da Demopolis.it

Nino Mistretta, un altro castellammarese nella giunta di Mimmo Turano

Il presidente della Provincia regionale di Trapani onorevole Mimmo Turano ha nominato il dodicesimo assessore, si tratta del castellammarese dottor Nino Mistretta coordinatore provinciale di Alleanza per la Sicilia il movimento nato in provincia da una costola dell’Mpa.
Alleanza per la Sicilia, con Nino Mistretta, ottiene in tal modo il secondo assessorato, lo stesso in precedenza è già stato consigliere ed assessore provinciale in rappresentanza di Nuova Sicilia il partitino dell’ex deputato Bartolo Pellegrino, e già assessore e consigliere comunale a Castellammare del Golfo in rappresentanza della Democrazia Cristiana.
Nino Mistretta è stato anche uno dei tre candidati a Sindaco alle elezioni comunali 2008 di Castellammare del Golfo,  vinte da Marzio Bresciani, in rappresentanza della lista Udc-Mpa.
Castellammare del Golfo raggiunge quota due rappresentanti nella giunta di governo della Provincia, l’altro è attualmente il dottor Calogero Minore.
Mistretta ha già giurato e tra qualche giorno avrà la delega.
L’amministrazione provinciale della provincia di Trapani è presieduta dall’ex Udc, seppure ancora non ha ufficializzato la sua nuova collocazione, ed in procinto di aderire al nuovo partito dei “Popolari per l’Italia di domani”, Mimmo Turano, e da quanti in questa nuova formazione si riconosceranno, quindi Mpa, Alleanza per la Sicilia e Pdl.
Con questa nomina la giunta Turano è al completo, tuttavia niente è definito, in quanto il quadro politico, per usare un eufemismo, è fluido, e le adesioni e le opposizioni alla giunta sono suscettibili di variazioni quotidiane.
Il Presidente della provincia Mimmo Turano inoltre deve fare i conti con l’ennesima tegola che colpisce la sua maggioranza e la sua squadra di governo. L’assessore più anziano della giunta di Turano, Cesare Colbertaldo, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio, non essendosi astenuto durante la votazione di una delibera in presenza di interessi personali procurando così a sé ed al consorzio un ingiusto vantaggio.
Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Massimo Corleo su richiesta del sostituto procuratore Andrea Tarondo ed il processo è previsto per il prossimo 27 gennaio..
Da notare che Castellammare del Golfo, essendo rappresentata in consiglio anche dal capogruppo del Pdl Piero Russo, è una delle cittadine della provincia con il maggior numero di uomini ai posti di comando.
Sarà superfluo dire che i castellammaresi non l’hanno notato ?

Lavoratori precari siciliani degli enti locali, facciamo il punto, precari o disoccupati ?

Per ora nella seduta pomeridiana di ieri 6 luglio 2010 della commissione Bilancio (5a) del senato c’è stata l’approvazione dei due emendamenti che in qualche modo riguardano, anche se non esclusivamente, i precari siciliani.
Che poi siano applicabili o meno e quindi daranno luogo al prosieguo dei rapporti di lavoro o meno, dei precari negli enti locali siciliani, è tutt’altra storia, con buona pace del senatore Nania del Pdl che dalle prime pagine dei giornali dell’isola si premura di rassicurare tutti i lavoratori precari, candidati alla disoccupazione, e bacchettare il governatore dell’isola Raffaele Lombardo che ha lanciato l’allarme.

Relativamente poi al patto di stabilità del comune di Castellammare del Golfo, e degli altri comuni reduci da infiltrazioni mafiose (complicazione nella complicazione), si segnala che in sede di illustrazione dei sub emendamenti all’emendamento 14.1000 dai resoconti parlamentari risulta che:

” Il senatore FERRARA (PdL), nel riferirsi alla proposta 14.1000/12, sottolinea che essa affronta un tema estremamente delicato, come quello della sottoposizione alle regole del patto di stabilità interno degli enti locali di cui è stato disposto il commissariamento per infiltrazioni di carattere malavitoso. Pertanto, considerata la rilevanza delle questioni affrontate, chiede al relatore e al rappresentante del Governo di compierne un maggior approfondimento, anche accantonandone temporaneamente l’esame.”.

“La Commissione conviene di accantonare il subemendamento 14.1000/12 e di procedere all’espressione dei pareri ed alla votazione dei restanti subemendamenti.”

“Il RELATORE esprime parere contrario su tutti i subemendamenti riferiti all’emendamento 14.1000, ad eccezione del subemendamento 14.1000/12. Propone altresì di accantonare l’esame dell’emendamento 14.1000/120 (pubblicato in allegato al presente resoconto) presentato dal senatore LUSI (PD), per discuterlo insieme alla proposta 14.1000/12.”.

“Il rappresentante del GOVERNO esprime medesimo avviso del relatore sui subemendamenti e parere favorevole sull’emendamento 14.1000 (testo 2).”

“Si passa alla votazione dei subemendamenti riferiti alla proposta 14.1000 (testo 2).”

“Con successive distinte votazioni sono respinti i subemendamenti da 14.1000/1 a 14.1000/9.”

“Con successive votazioni sono quindi respinti i subemendamenti 14.1000/10, 14.1000/11, 14.1000/13 e 14.1000/14.”

“È quindi posto ai voti ed approvato l’emendamento 14.1000 con le modifiche apportate.”

E questo è il testo dell’emendamento 14.1000 con le modifiche apportate:

14.1000 (testo corretto)

IL RELATORE

All’articolo 14, apportare le seguenti modificazioni

a) Il comma 2 dell’articolo 14 è sostituito dal seguente:

“2. Il comma 302 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e` abrogato e al comma 296, secondo periodo, dello stesso articolo 1 sono soppresse le parole «e quello individuato, a decorrere dall’anno 2011, in base al comma 302». Le risorse statali a qualunque titolo spettanti alle regioni a statuto ordinario sono ridotte in misura pari a 4.000 milioni di euro per l’anno 2011 e a 4.500 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012. Le predette riduzioni sono ripartite secondo criteri e modalità stabiliti in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e recepiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, secondo princìpi che tengano conto della adozione di misure idonee ad assicurare il rispetto del patto di stabilità interno e della minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente complessiva nonchè dell’adozione di misure di contenimento della spesa sanitaria e dell’adozione di azioni di contrasto al fenomeno dei falsi invalidi. In caso di mancata deliberazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano entro il termine di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e per gli anni successivi al 2011 entro il 30 settembre dell’anno precedente, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è comunque emanato, nel rispetto degli obiettivi finanziari predetti. In sede di attuazione dell’art. 8 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, non si tiene conto di quanto previsto dal primo, secondo, terzo e quarto periodo del presente comma. I trasferimenti erariali, comprensivi della compartecipazione IRPEF, dovuti alle province dal Ministero dell’interno sono ridotti di 300 milioni per l’anno 2011 e di 500 milioni annui a decorrere dall’anno 2012. I trasferimenti erariali dovuti ai comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti dal Ministero dell’interno sono ridotti di 1.500 milioni per l’anno 2011 e di 2.500 milioni annui a decorrere dall’anno 2012. Le predette riduzioni a province e comuni sono ripartite secondo criteri e modalità stabiliti in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali e recepiti con decreto annuale del Ministro dell’interno, secondo principi che tengano conto della adozione di misure idonee ad assicurare il rispetto del patto di stabilità interno della minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente complessiva e del conseguimento di adeguati indici di autonomia finanziaria . In caso di mancata deliberazione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali entro il termine di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e per gli anni successivi al 2011 entro il 30 settembre dell’anno precedente, il decreto del Ministro dell’interno è comunque emanato nel rispetto degli obiettivi finanziari predetti. In sede di attuazione dell’articolo 11 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, non si tiene conto di quanto previsto dal sesto, settimo, ottavo e nono periodo del presente comma.”

b) al comma 22, sostituire le parole “di rientro” con le seguenti “di stabilizzazione finanziaria”;

c) al comma 30, primo periodo, sostituire le parole: “per lo svolgimento” con le seguenti: “e omogenea per area geografica per lo svolgimento, in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni con dimensione territoriale inferiore a quella ottimale,”.

d) al comma 31, sostituire le parole: “il completamento dell’attuazione delle disposizioni di cui ai precedenti commi” con le seguenti: “comunque il completamento dell’attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 26 a 30”.

e) al comma 32, sono apportate le seguenti modificazioni:

-al secondo e al terzo periodo, le parole “entro il 31 dicembre 2010” sono sostituite dalle seguenti: “entro il 31 dicembre 2011”;

– è aggiunto in fine il seguente periodo:

“Con decreto del Ministro per i rapporti con le regioni, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e per le riforme per il federalismo, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono determinate le modalità attuative del presente comma nonchè ulteriori ipotesi di esclusione dal relativo ambito di applicazione.”

Conseguentemente

All’articolo 5, comma 7, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo periodo, sostituire le parole: “fino a 250.000 abitanti e per le province con popolazione tra 500.000”, con le seguenti: “tra 15.001 e 250.000 abitanti e per le province con popolazione tra 500.001”;

b) al quarto periodo sostituire le parole: “enti territoriali diversi da quelli di cui all’articolo 114 della Costituzione,” con le seguenti: “forme associative di enti locali”.

e questo era il testo dell’emendamento 14.1000/12, né approvato, né respinto ma accantonato ed in quanto tale per il momento mera manifestazione di intenti.

14.1000/12

CENTARO, ALICATA, FLERES

All’emendamento 14.1000, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:

«e-bis) dopo il comma 33, aggiungere il seguente:

”33-bis. All’articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito dalla legge n. 133 del 2008, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) dopo il comma 4, è aggiunto il seguente:

4-bis. Per gli enti per i quali negli anni 2007-2009, anche per frazione di anno, l’organo consiliare era stato commissariato ai sensi dell’articolo 143 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, si applicano ai fini del Patto di stabilità interno le stesse regole degli enti di cui al comma 3, lettera b), del presente articolo; prendendo come base di riferimento le risultanze contabili dell’esercizio finanziario precedente a quello di assoggettamento alle regole del patto di stabilità interno;

b) dopo il comma 7-quinquies, è aggiunto il seguente:

7-sexies. Nel saldo finanziario di cui al comma 5 non sono considerate le risorse provenienti dai trasferimenti di cui ai commi 704 e 707 dell’articolo 1 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006, né le relative spese in conto capitale sostenute dai comuni. L’esclusione delle spese opera anche se effettuate in più anni, purché nei limiti complessivi delle medesime risorse.”».

Conseguentemente, alla copertura degli oneri, si provvede, per l’anno 2010, mediante corrispondente riduzione del fondo di riserva per le spese impreviste, per gli anni 2011 e 2012, mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato dall’articolo 55, comma 6, del presente decreto-legge e, a decorrere dal 2013, mediante corrispondente riduzione nelle proiezioni a decorrere dall’anno 2012 dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2010-2012 nell’ambito del programma «fondi di riserva e speciali» della missione «fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2010 allo scopo utilizzando, fino a concorrenza degli oneri, gli stanziamenti di tutte le rubriche.

Sono corrispondentemente ridotti, fino all’importo massimo del 2 per cento, tutti gli stanziamenti di parte corrente della tabella C allegata alla legge n. 191 del 2009 con esclusione degli stanziamenti destinati alla ricerca, all’istruzione e alla sicurezza pubblica.

Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.”

La seduta è proseguita con l’esame dell’emendamento 14.2000 e dei relativi subemendamenti:

“Il senatore FLERES (PdL) manifesta apprezzamento per l’attenzione riservata dal relatore al tema dei lavoratori socialmente utili siciliani. Illustra diffusamente la rilevanza delle problematiche sottostanti a tale situazione lavorativa che, in Sicilia, interessa circa 23.000 lavoratori che operano nell’ambito della pubblica amministrazione senza alcuna prospettiva di certezza per il futuro.

Il senatore PISTORIO (Misto-MPA-AS) fa presente la gravità dei contorni sociali nel cui contesto si inquadrano le vicende del precariato storico della pubblica amministrazione siciliana. Richiama pertanto l’attenzione del Governo alla ricerca di una soluzione sostenibile che garantisca la tenuta del tessuto sociale e della stessa maggioranza di Governo.

Il senatore LUMIA (PD) ritiene che la gestione clientelare e dissennata della spesa pubblica e del personale dipendente da parte della pubblica amministrazione siciliana, richieda una cesura netta con il passato e la ricerca di modelli di sviluppo coerenti con le vocazioni territoriali. Auspica quindi che il relatore ricerchi una soluzione adeguata che non frustri il desiderio di cambiamento della Sicilia.

Il senatore VIZZINI (PdL) auspica che la risoluzione della questione dei lavoratori socialmente utili siciliani possa essere individuata compatibilmente con l’esigenze di certezza finanziaria e la necessità di provvedere alla sicurezza sociale dei lavoratori siciliani.

La senatrice VICARI (PdL) ritiene che il problema dei precari siciliani si scontri con le questioni dello sviluppo regionale, della qualificazione dei dipendenti pubblici e della ricerca di lavoro da parte dei giovani laureati. Chiede pertanto al relatore di verificare che la soluzione elaborata sia compatibile con i vincoli finanziari previsti dal patto di stabilità.”

“Il PRESIDENTE fa presente che già l’articolo 9 del decreto-legge in conversione offre una soluzione per la stabilizzazione del 50 per cento dei dipendenti precari. La soluzione che interessa il restante 50 per cento deve essere resa compatibile con il vincolo del patto di stabilità , con il vincolo della legislazione vigente, nonché con la previsione che le risorse impiegate siano totalmente a carico della Regione Siciliana.”

“Il RELATORE esprime parere contrario su tutti i subemendamenti riferiti all’emendamento 14.2000.

Il rappresentante del GOVERNO esprime medesimo avviso del relatore e parere favorevole sull’emendamento 14.2000.

Con successive e distinte votazioni, tutti i subemendamenti riferiti all’emendamento 14.2000 sono respinti e lo stesso emendamento risulta invece approvato.”.

E questo è il testo dell’emendamento 14.2000

“14.2000

IL RELATORE

All’articolo 14, dopo il comma 24, inserire il seguente:

“24-bis. I limiti previsti ai sensi dell’articolo 9, comma 28, possono essere superati limitatamente in ragione della proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato stipulati dalle regioni a statuto speciale, nonché dagli enti territoriali facenti parte delle predette regioni, a valere sulle risorse finanziarie aggiuntive appositamente reperite da queste ultime attraverso apposite misure di riduzione e razionalizzazione della spesa certificate dagli organi di controllo interno. Restano fermi, in ogni caso, i vincoli e gli obiettivi previsti ai sensi del presente articolo 14. Le predette amministrazioni pubbliche, per l’attuazione dei processi assunzionali consentiti ai sensi della normativa vigente, attingono prioritariamente ai lavoratori di cui al presente comma, salva motivata indicazione concernente gli specifici profili professionali richiesti.”.”.

Calogero Minore, castellammarese, è tra gli assessori della nuova giunta Turano

Tra i sette nuovi assessori nominati oggi dal presidente della Provincia Regionale di Trapani onorevole Mimmo Turano, c’è un castellammare il Dottor Calogero Minore che a Castellammare del Golfo è nato il 30/07/1952 ed entra in giunta, secondo la definizione del presidente Turano, in quanto “tecnico”.
Completamente rinnovata la delegazione del Pdl. Entrano Mariano Savalla, Cettina Spataro ed il consigliere provinciale Duilio Pecorella che dovrà lasciare l’aula al primo dei non eletti Santo Sacco che, a sua volta, sarà sostituito in consiglio comunale a Castelvetrano da Salvatore Vaccarino. Si tratta della delegazione del Pdl lealista. Il presidente Turano ha nominato anche due assessori in quota al Pdl Sicilia. Si tratta del consigliere comunale di Campobello di Mazara Doriana Licata e di Natale Amoroso. Escono definitivamente dalla Giunta gli assessori del Pdl Marianna Como, Nicolò Lisma, Baldassare Lauria, Michele Cavarretta e Guglielmo Anastasi. L’Udc, partito del presidente, ha invece confermato gli assessori Francesco Regina, Cesare Colbertaldo e Nicoletta Ferrantelli. L’Mpa ha confermato Enzo Culicchia mentre il nuovo assessore è l’ex consigliere provinciale Vito Torrente. Alleanza per la Sicilia aveva da tempo chiesto la conferma dell’assessore Giovanni Lo Sciuto e l’ha ottenuta.
Si segnala che gli onorevoli Scilla e Adamo sembra si siano dissociati dalla nuova Giunta.

Pd se ci sei batti un colpo

… noi in Giunta col Pd non possiamo stare e, di converso, presumo sia così anche per loro. Non avrei comunque vergogna ad accettare un Governo di minoranza, composto da Mpa e Pdl – Sicilia, con l’appoggio esterno del Pd.

Mi sbaglio o questa affermazione di Gianfranco Miccichè (leader del Pdl- Sicilia) meriterebbe da parte della inesistente direzione del Pd una risposta quantomeno piccata ?

Perchè il senso della frase, ed il messaggio diretto ai suoi, di tutta evidenza, è il seguente: normalmente si dovrebbe provare vergogna ad avere a che fare con il Pd, ma fidatevi io sono talmente capace che non c’è motivo di provare vergogna. Certo non a confondersi con “quelli”, ma averne l’appoggio esterno, è tutto guadagno.

E se finirà così avrà avuto ragione lui.

Solidarietà … blà … blà … blà

Ricordate la recente alluvione in provincia di Messina (Giampileri, Scaletta Zanclea ecc.) con le decine di morti, feriti, e centinaia di famiglie senza casa ?

Si che la ricordate, e ricorderete pure le dichiarazioni di cordoglio, la solidarietà e gli impegni degli esponenti politici siciliani per una pronta e rapida rinascita delle zone alluvionate.

Ma al dunque, per come riferisce “Siciliainformazione“, citando una scoperta dell’associazione sicilianista “I Gattopardi”, che, tra le altre cose, effettua un lavoro di monitoraggio dei comportamenti parlamentari dei rappresentanti isolani nelle due Camere, sono proprio i parlamentari siciliani a votare contro l’emendamento alla Finanziaria “bipartisan” in quanto proposto da Gianpiero D’Alia dell’Udc e sottoscritto dai senatori Finocchiaro e Garraffa del Pd e Pistorio dell’Mpa, con il quale si chiedeva di prevedere uno stanziamento di 100 milioni di euro per i luoghi del messinese colpiti dall’alluvione.

Il tutto è accaduto nella seduta n° 082 del Senato, nella quale bisogna distinguere il comportamento dei senatori isolano in almeno tre tipologie di sensibilità politica, sul piano pratico e del risultato i primi due gruppi vanno raggruppati, restando eventualmente utile alla causa della Sicilia e degli alluvionati solo il voto del terzo gruppo :

1)-“Della Sicilia e degli alluvionati non me ne fotte prorio !”
2)-“Sicilia, alluvionati ? Ho altro a cui pensare !”
3)-“La Sicilia e gli alluvionati perchè no ?”

Al primo gruppo che chiameremo degli “ascari” avendo votato decisamente “no” appartengono:

ALICATA BRUNO (PDL)
BATTAGLIA ANTONIO (PDL)
CENTARO ROBERTO (PDL)
FIRRARELLO GIUSEPPE (PDL)
FLERES SALVO (PDL)
GALIOTO VINCENZO (PDL)
STANCANELLI RAFFAELE (PDL)
VICARI SIMONA (PDL)
VIZZINI CARLO (PDL)

Al secondo gruppo che chiameremo degli “ignavi” appartengono coloro che “se c’ero ero distratto“, si sono astenuti (con immenso dolore immagino), non hanno votato, erano assenti, in missione ecc.

BIANCO ENZO (PD)
CRISAFULLI VLADIMIRO (PD)
CUFFARO SALVATORE (UDC-SVP-Aut)
D’ALI’ ANTONIO (PDL)
FERRARA MARIO (PDL)
FINOCCHIARO ANNA (PD)
NANIA DOMENICO (PDL)
OLIVA VINCENZO (MISTO-MPA)
PAPANIA ANTONINO (PD)

Al terzo gruppo che chiameremo degli “almeno ci provo” appartengono coloro che hanno espresso il loro voto favorevole.

ADRAGNA BENEDETTO (PD)
BURGARETTA APARO SEBASTIANO (MISTO – MPA)
D’ALIA GIANPIERO (UDC-SVP-Aut)
GARRAFFA COSTANTINO (PD)
GIAMBRONE FABIO (IDV)
LUMIA GIUSEPPE (PD)
PISTORIO GIOVANNI (MISTO-MPA)
SERAFINI ANNA MARIA (PD)

Un caso a parte è quello del presidente Schifani del Pdl che non ha partecipato alla votazione (forse perchè presidente dell’assemblea), mentre un caso singolare è quello della senatrice Anna Finocchiaro, siciliana, eletta in Sicilia, capogruppo dei senatori del Pd e cofirmataria dell’emendamento, ma assente al momento della votazione.

E nel conto degli sconfitti mettiamo anche il Pdl

Al momento in cui scrivo i dati non sono ancora definitivi, mancano pochissime sezioni, e potranno ancora variare di qualche decimale, in meglio per quanto riguarda il Pdl, in peggio per quanto riguarda il Pd.

Ciò detto come sono andate queste consultazioni elettorali ?

Ha perso il Pdl, (il 2, 34 %) alla sua prima prova elettorale, non solo rispetto alle, evidentemente a carte viste, eccessive aspettative suscitate dai sondaggi ma anche rispetto ai risultati reali che alle precedenti elezioni lo vedevano al 37, 4 % contro il 35,06 fatto registrare in queste elezioni.

Ha perso il Pd con il 26,24 % contro il 33,10 % del 2008 che al di là di quanto recuperato dalla gestione Franceschini rispetto alla dilapidazione del patrimonio di consenso operata da Walter Veltroni tuttavia sempre una perdità del 6,86 % fa registrare e dimostra la cecità di una classe dirigente che lascia fuori i Radicali di Bonino e Pannella con il loro 2,43 %.

Subisce una battuta d’arresto la tendenza al bipartitismo assecondata nel 2008 dall’accordo tacito tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi, ma nel contempo non si può certo dire che sia stata battuta, se è vero come è vero che nessuna delle formazioni che avevano come obiettivo minimo quello di superare lo sbarramento del 4 % c’è riuscita.

I circa due milioni e settecentomila voti (pari a sei sette deputati europei), sprecati dalle formazioni non riferibili all’area di centro destra e che puntavano a superare lo sbarramento del 4 % dicono tutto poi della sconfitta presente e della debolezza in prospettiva del centro – sinistra.

Ha perso l’Mpa di Raffaele Lombardo e Francesco Storace è definitivamente “out”, vista anche l’affermazione (si fa per dire) di formazioni come “Fiamma tricolore” con lo 0,78 % e “Forza Nuova” con lo 0,47 %.

Ha resistito l’Udc che registra un piccolo, ma significativo avanzamento passando dal 5,6 % al 6,47 %che marca ancor di più la sua non omologabilità al Pdl di Berlusconi.

Ha vinto la Lega Nord che passa dal 8,3 % al 10, 41 %, ha vinto l’Idv di Antonio di Pietro che dal 4,4 % passa ora al 7,94 %

Campagna acquisti dell’Mpa in provincia di Trapani

Salvatore Rallo, eletto lo scorso anno con sole 254 preferenze nella lista di Italia dei Valori in qualità di consigliere alla provincia regionale di Trapani ha saltato il fosso ed ha aderito all’Mpa dichiarandosi vicino alle posizioni del deputato regionale Paolo Ruggirello.

È quindi passato dai banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza. L’Idv non ha più rappresentanti in Consiglio. Il Mpa passa invece da sei a sette.

Anche a Marsala adesioni all’Mpa. Sono entrati a far parte del movimento il consigliere comunale Giacomo Urso (eletto con Uniti a Sinistra, poi transitato nell’ Udc)  e l’ex consigliere provinciale Walter Alagna (ex Pds, Pd, Italia dei Valori).

Ruggirello smentisce che si tratti di una campagna acquisti, quanto piuttosto, come per San Paolo di folgorazioni sulla via di Damasco, e dichiara che : “Non si tratta di una campagna acquisti, ma di un confronto serio e costruttivo con tanti esponenti politici, rappresentanti consiliari e delle amministrazioni che s’interrogano sul futuro del nostro territorio e trovano nel progetto autonomista un punto di riferimento concreto che guarda realmente agli interessi della Sicilia”.

 

*** San Paolo già Saulo

Era Saulo – Paolo- uno dei più agguerriti avversari della religione cristiana appena sorta. Egli perseguitava i seguaci di Cristo in modo assiduo ed il viaggio che aveva intrapreso per Damasco aveva appunto lo scopo di smascherare e imprigionare gli adepti della nuova fede.

Proprio mentre si stava recando in questa città fu avvolto da una luce ed udì una voce che gli disse “Saulo, Saulo, perché li perseguiti!”.

La voce era quella di Gesù che si domandava il perché di tanto accanimento.

Saulo si accasciò a terra quando si rialzò ed aprì gli occhi si rese conto di essere diventato cieco.

La voce gli aveva anche intimato di proseguire verso la città. Così Saulo fece: si recò a Damasco dove rimase per tre giorni.

Allora il Signore andò in sogno ad Anania, un cristiano che viveva in città, e gli disse di andare da Saulo e di guarirlo dalla sua cecità.

Anania conoscendo l’ostilità di quell’uomo per i cristiani chiese a Gesù perché avrebbe dovuto salvarlo ed egli gli rispose “Va, perché io ho scelto quest’uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele. Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.”

Anania così obbedì al suo Dio e si recò da Saulo, impose le mani sui suoi occhi ed egli recuperò la vista.

Riprese le forse e fu battezzato alla religione di Gesù con il nome di Paolo.

Ma che milazzismo vogliono solo far fuori l’UDC

Mi sono chiesto a lungo se un “fedelissimo del capo“, quale è Gianfranco Miccichè, potesse nutrire ambizioni le quali potessero, anche solo minimamente, rischiare di entrare in collisione con i disegni del capo, ed ho concluso che non era e non è possibile.

Ciò detto la crisi annunciata (prima) e l’accelerazione di questi ultimi giorni, del governo regionale di Raffaele Lombardo, trovano spiegazioni che riconducono allo scenario nazionale ed al disegno berlusconiano di una sempre maggiore autosufficienza del “suo” Pdl.

Fallito il tentativo di eliminazione su scala nazionale dell’ UDC nel 2008, grazie anche al forte radicamento in Sicilia, nonostante la concorrenza di Raffele Lombardo e dell’Mpa, si era programmata da parte del capo e dei suoi fedelissimi l’attacco alla roccaforte dell’UDC, con un’azione che doveva far leva sulla progressiva alimentazione dell’esasperazione di Raffaele Lombardo (sbarramento, corsa ad handicap per le europee, negazione dei fondi FAS, immobilismo della giunta) che avrebbe dovuto portarlo ad una sempre maggiore insofferenza verso tutto e tutti, dopo la consultazione per le europee che lo avrebbe visto sconfitto, (e se non sconfitto, quanto meno ridimensionato rispetto alle politiche anche l’UDC) e ad una crisi il cui risultato avrebbe dovuto essere  una accentuazione del peso del Pdl in giunta e un ridimensionamento di UDC ed Mpa, oltrechè dello stesso Raffaele Lombardo.

Ma si sa non sempre le cose vanno per come debbono andare.

La questione “Veronica”prima, e la questione “Noemi” poi, unite alle voci, confermate da alcuni sondaggi, i quali mostravano spostamenti, orientati dalle gerarchie ecclesiastiche in alcune zone del paese, dal Pdl all’UDC, quasi a volere lanciare un segnale forte ed un ammonimento al cavaliere, hanno determinato l’accelerazione ed il cambio di strategia in Sicilia.

Chiamato Raffaele Lombardo, Gianfranco Miccichè ha dovuto convincerlo della bontà della operazione di questi giorni e della convenienza che ne sarebbe derivata per lui.

Naturalmente ha dovuto garantirgli a priori il raggiungimento del 4% alle europee, in modo che possa continuare a presentarsi da vincitore presso i suoi, presso l’elettorato di riferimento e presso quanti in questo periodo si saranno esposti avventatamente e dovranno battere strategicamente in ritirata, e cosa che conviene ad entrambi, anche verso le truppe in rotta dall’UDC.

Quanto ai cosidetti “vertici” del partito, all’oscuro di ciò che è noto al capo, fanno la parte che tocca fare ai “vertici”, e quindi intimano, auspicano, disapprovano ecc. ecc.

Poi alla fine “Lui” uscito comunque e nonostante vincitore dalle europee, li ripagherà tutti.

Fantapolitica ?

Provateci voi a dare spiegazioni più convincenti.